liberamente tratto da Calderòn de La Barca
progetto e regia Laboratorio Arti della Scena – Università degli Studi di Milano
coordinamento Valentina Garavaglia
a cura di Stefania Martinelli e Lara Franceschetti
coreografie Cristina Sforzini
hanno collaborato Stefano Benedetti e Michela Gerosa
con gli allievi
Accademia di Formazione per Attori
Laboratorio Professione Spettacolo – CTA
6/10 giugno 2007 ore 21.00 – Crt Salone
Con lo studio La vita è sogno di Pedro Calderòn de La Barca il Centro Teatro Attivo festeggia la quinta edizione di un progetto artistico e formativo realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e gli allievi scenografi dell’Accademia di Brera che dal 2003 ha prodotto i seguenti spettacoli: L’eroe tragico moderno (2003), Antigone (2004), Progetto Don Giovanni (2005) e Tempesta (2006). La rappresentazione de La vita è sogno, dramma filosofico-teologico in tre atti e in versi, è stata ideata dagli allievi registi del Laboratorio Arti della Scena dell’Università degli Studi di Milano che, a partire da uno studio critico dell’opera di Calderòn de La Barca, hanno sviluppato la drammaturgia e i rispettivi piani di regia, lavorando con gli allievi attori provenienti dal corso Laboratorio Professione Spettacolo della scuola di recitazione del Centro Teatro Attivo, diretta da Nicoletta Ramorino e Annina Pedrini, sotto la guida delle insegnanti Stefania Martinelli, Lara Franceschetti e Cristina Sforzini. Il progetto, coordinato dalla dott.ssa Valentina Garavaglia, docente del Laboratorio Arti della Scena, nasce dall’esigenza di offrire agli studenti universitari un riscontro concreto con il mondo del teatro. Lo studio è il collage di tredici scene tratte dall’opera originale, rivisitata dagli otto registi alla luce di uno studio sull’autore, sul suo periodo storico e sulla sua poetica; tredici frammenti in cui immagini, suoni e parole sono evocativi dell’opera del grande drammaturgo. La vita è sogno (1635), autentico capolavoro del teatro barocco, mette in scena il conflitto tra libertà e destino, vita e sogno, verità e ingannevole apparenza. “Sogno” infatti non è emblema solo d’una condizione sfuggente e precaria, ma anche d’uno stato di finzione, di angoscia esistenziale causato dal non poter imporre agli altri il proprio esistere e essere.