FILM ZHYTUM

Scritto e Diretto da Andrea Dalla Zanna
Direttore della Fotografia: Lamberto Caimi
Produzione Generale: Simona Metelli

con gli attori del corso
Accademia di Formazione per Attori
Laboratorio Professione Spettacolo – CTA

ZYTHUM è un film prodotto dal C.T.A. (Centro Teatro Attivo) come esito di un corso professionale per attori tenuto dal regista Andrea Dalla Zanna, che ha per argomento le sottigliezze del sentimento amoroso giovanile, la felicità che lo accompagna, le illusioni che lo alimentano e le paure che ne causano il declino.

Diario di un delirio:
impressioni e aneddoti dagli attori di Zythum a riprese terminate.
È cominciato tutto con una telefonata: stavo svolgendo importanti mansioni disteso sul mio letto e con la testa sul cuscino quando mi chiama Andrea (Dalla Zanna, il regista), chiedendomi se avessi voglia di scrivere una sorta di diario del film che aveva appena finito di girare con tutti gli allievi Accademia di Formazione per Attori Laboratorio Professione Spettacolo – CTA, raccogliendo impressioni e aneddoti accaduti durante le riprese. “Va bene”, dico io, però appena chiusa la telefonata mi rendo conto che non so neanche da che parte iniziare. Ma ormai ho accettato e quindi devo inventare qualcosa.
Dunque, il film si intitola Zythum, che vuol dire birra in antico sumero o giù di lì: quindi per schiarirmi le idee mi impegno a scolare qualche boccale della gustosa bevanda e mi metto subito al lavoro. Raccogliere informazioni dai miei compagni non è un’operazione semplice, ricordi e sensazioni si accavallano nella testa di ciascuno e il quadro che ne risulta è spesso confuso, ma una cosa è certa per tutti: è stata un’esperienza nuova e appassionante. 
E imprevista: chi di noi avrebbe mai immaginato, quando è cominciato il corso di teatro, che saremmo finiti su un set per girare un lungometraggio? Certo, non è stato tutto rose e fiori: tanto per cominciare la recitazione “cinematografica” è molto diversa da quella “teatrale”, cui tutti noi eravamo più o meno abituati, e il signor regista ci ha “bacchettato” non poco in sede di prova; poi al momento delle riprese ci sono stati alcuni momenti imbarazzanti, ma che fortunatamente vengono ricordati con ironia: “Non è stato facile mettersi a proprio agio”, raccontano Antonella e Maurizio, le nostre cavie, “siamo stati i primi ad essere ripresi e non avevamo le idee molto chiare sul da farsi. Poi il corso era iniziato da poco e non c’era molta confidenza tra di noi”. Bè, Andrea avrà fatto in modo di mettervi “comodi”, immagino: “Certamente: in una delle prime scene dovevamo baciarci appassionatamente mentre lui continuava a ripetere «Gira la testa verso destra, dischiudi un po’ di più le labbra, mettici più passione…»; sì, ci siamo sentiti proprio a casa nostra…”. Non sono mancate le gaffe: “Mi avevano vestito in un modo assurdo” racconta Maurizio, “e ad un certo punto ho esclamato: ma chi è che ha scelto questa camicia ridicola? Mi sento toccare la spalla, mi giro e vedo Andrea che mi guarda e dice «È mia, quella camicia…». Avrei voluto morire, per fortuna è finito tutto con una risata”.Continua…

Appunti di Regia di Andrea Dalla Zanna
Dialogo profondo su come è nato il film del CTA 

L’idea di realizzare un film mi è venuta lavorando con gli allievi del CTA su alcune scene tratte da Marivaux e Schnitzler: ho pensato che sarebbe stato bello filmarle e sono andato a dirlo alle severissime direttirici Nicoletta Ramorino e Annina Pedrini. Risultato: adesso stiamo mettendo a punto la produzione. Coincidenza è appena uscito un gioiellino di videocamera HDV della Sony, e saremo tra i primi a sperimentarla su una fiction. Fatto importante: la fotografia sarà di Lamberto Caimi, un grande del cinema, uno che qualunque videocamera maneggi ti tira fuori sapori di cinema. La sceneggiatura, tutta da sistemare, si ispira liberamente ai materiali del laboratorio teatrale opportunamente adattati all’odierna realtà: uno script tipo “film corale ambientato in un bar”, lo “Zhytum” appunto, nel quale una serie di personaggi s’incontrano, si piacciono, si seducono o si lasciano. Dovrebbe essere il racconto di storie minime di casi sentimentali, che s’intrecciano in una sorta di gioco o di commedia sull’alchimia dei sentimenti, fatta di equivoci, errori, riconciliazioni vissute nel breve giro di un happy hour.